di N. Loraux, “L’oblio nella città”, in La città divisa, Vicenza 2006.
La “storia” esclude dal politico tutto ciò che, nella vita della città, non è evento, ma anche ogni evento di cui non si riesce a rendere conto appellandosi alla “ragione” greca. Ci si sbarazza volentieri in un capitolo, in poche pagine, persino in una frase, del tempo della religione, del lento lavorio del mito, dicendo che si trattava di dimensioni molto importanti della vita cittadina. Si procede come quando, studiando gli eventi del 404-403, capita di imbattersi nel discorso in cui il capo dei resistenti democratici dice che gli dèi combattono in tutta evidenza dalla parte delle sue truppe, per le quali fanno il buono e il cattivo tempo.
