
«Non dobbiamo mai dimenticare che il mondo dionisiaco è soprattutto un mondo femminile. Sono le donne a resuscitare Dioniso e a nutrirlo, le donne lo accompagnano dove va e dove si ferma, le donne lo attendono e sono le prime ad essere sopraffatte dalla sua follia. Per questo motivo, benché il piacere e la lascivia emergano così brutalmente dalle ben note raffigurazioni artistiche, ciò che è propriamente erotico resta soltanto un elemento periferico. Molto più importanti dell’atto sessuale sono l’atto di partorire e nutrire […]. Il trauma terribile del parto, l’aspetto selvaggio che è proprio del materno quale forma primigenia, e che può manifestarsi in modo terrificante […], mostrano la più intima essenza della follia dionisiaca: lo sconvolgimento dei fondamentali della vita nel turbinio della morte. Dal momento che tale tumulto è in agguato e si fa sentire nel profondo dell’essere, tutta l’ebbrezza vitale è stimolata dalla follia dionisiaca, ed è pronta ad oltrepassare i confini dell’estasi per diventare pericolosa ferinità. La condizione dionisiaca è un fenomeno primario della vita – di cui anche il maschio è costretto a partecipare in ogni momento generatore della sua esistenza creativa».
op. cit. Walter F. Otto, Dionysos, p. 132