La vecchia imbellettata…

 

«Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di quale orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa impressione comica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario».

da L. Pirandello, L’umorismo e altri saggi, Giunti, Firenze 1994.

 

Pittore di Cotugno. Scena di farsa fliacica con un’anziana donna. Cratere a campana apulo a figure rosse, 370-360 a.C. ca.

 

Esempio di riflessione quanto mai eternamente attuale, purtroppo o per fortuna; eppure, ha un grande precedente nella storia della letteratura occidentale in Aristofane, Pluto vv.959 ss. Eccovi la scena:

(Vecchia = Ve.; Coro = Co.; Cremilo = Cr.)

Ve. – Cari vecchietti, abita qui il nuovo dio o abbiamo sbagliato strada?
Co. – Tranquilla. Sei proprio davanti alla porta della sua casa, ragazzina! Hai una voce così giovanile!
Ve. – Bene, bene. Allora chiamerò qualcuno di quelli che ci alloggiano (sta per bussare, ma compare sull’uscio Cremilo, il proprietario della casa)
Cr. – Oh, ma non ce n’è bisogno; sono qui io, in prima persona! Ma come mai sei venuta?
Ve. – Carissimo, mi succedono cose terribili e infamanti; da quando ha recuperato la vista, questo dio mi ha reso la vita impossibile!
Cr. – E come mai? Non sarai mica un sicofante femmina?
Ve. – Ma neanche per sogno!
Cr. – Allora, che hai bevuto senza aspettare il tuo turno?
Ve. – Mi prendi in giro! Ma io – ah, povera me! – soffro un prurito angoscioso!
Cr. – E che genere di prurito? Spiegati e taglia corto!
Ve. – Ascoltami: avevo un amichetto giovane, povero in canna, ma con un bel visino. Anzi, era bello tutto! E anche onesto. Avevo un desiderio? E lui era lì, tutto a modo, pronto ad accontentarmi a puntino. Io, per quanto mi riguarda, lo contraccambiavo in tutto.
Cr. – E lui che ti chiedeva di solito?
Ve. – Oh, ben poco; era molto discreto. Una ventina di dracme d’argento per un mantello oppure otto dracme per un paio di calzari. Ah, sì… mi ha pregato di comprare una tunica per sua sorella e una mantellina per sua madre. Una volta ha avuto bisogno di due quintali d’orzo!
Cr. – Ah, beh, quisquilie allora! Proprio un tipo discreto!
Ve. – Oh, ma non era questione di avidità – mi diceva – ma di affetto: portare il mantello alimentava in lui il mio ricordo.
Cr. – Parli di un uomo innamorato perso!
Ve. – Ma ora, quello schifoso, non prova più gli stessi sentimenti! E’ completamente cambiato; gli avevo mandato questa focaccina, contornata da queste leccornie qui, in questo vassoio, preannunciandogli che sarei andata da lui, stasera..
Cr. – E lui che ha fatto? Dì, su!
Ve. – Me l’ha rimandata, insieme a questo tortino al latte e a questo messaggio qui: “Sono passati i bei tempi in cui i Milesi erano coraggiosi!”.
Cr. – Direi che non è stato poi così perfido! Solo, divenuto ricco, non gradisce più la minestra di lenticchie. Prima, per la povertà, avrebbe leccato qualsiasi cosa!
Ve. – Bussava ogni giorno alla mia porta..
Cr. – Per prender parte al funerale?
Ve. – Ma no, per sentire la mia voce!
Cr. – E per arraffare qualcosa…
Ve. – Ma no, per Zeus! Si accorgeva che ero triste, mi chiamava affettuosamente “passerotta”, o “tortorella”…
Cr. – E a quel punto ti chiedeva i soldi per i calzari…
Ve. – Ai Grandi Misteri, solo perché un tale aveva posato gli occhi su di me, mentre ero sul carro, mi picchiò per tutta la giornata: era gelosissimo!
Cr. – Voleva tenere i concorrenti lontani dalla cuccagna!
Ve. – Diceva anche che le mie mani erano splendide…
Cr. – Sì, quando sganciavano venti dracme!
Ve. – E che la mia pelle emanava un dolce profumo…
Cr. – Si, quello del vino di Taso che gli versavi!
Ve. – E che i miei occhi sono languidi e belli!
Cr. – Non è stato affatto stupido, il giovanotto: sapeva come divorare i beni di una vecchia in calore!

Aristoph., Plut. 959-1024, trad. it. U. Albini. Garzanti, Milano 2003.

 

Donna anziana. Statua, marmo, copia romana di I sec. d.C. da un originale greco di II sec. a.C. New York, Metropolitan Museum of Art.

2 pensieri su “La vecchia imbellettata…

  1. Mi inchino alla tua cultura e agli accostamenti tra presente e passato. Pare che non ci siano grosse differenze riguardo a certi rapporti tra donne anziane e giovanotti intraprendenti. E, oserei dire che è vero anche il caso opposto: uomo anziano e donna giovane attraente.
    Nicola

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