art. cit. in Archeologia Viva – Bimestrale, Anno XXXII – n.160 – Luglio/Agosto 2013.
Un’equipe del francese Istituto per le ricerche archeologiche preventive (Inrap) ha riportato in luce una necropoli gallica databile al IV-III secolo a.C. nel sito del Parco logistico di Aube, a Buchères. Da diversi anni tutta la vasta area interessata dal progetto di una grande infrastruttura strategica alle porte di Parigi è soggetta a un continuo monitoraggio archeologico: sono già stati diagnosticati ben duecentotrenta ettari di superficie e realizzati quaranta scavi. L’ultimo in ordine di tempo ha restituito una serie eccezionale di tombe proto-storiche. La rimozione dello strato superficiale del terreno ha messo in luce una quindicina di spettacolari recinti funerari, a forma quadrangolare, circolare o a ferro di cavallo, alcuni dei quali appartengono a epoche precedenti il periodo celtico, in particolare all’età del Bronzo (II millennio a.C.). questi possenti recinti, segnati da fossati profondi due metri, sono allineati, mentre le sepolture che proteggevano sono scomparse. Si trattava di monumenti ben visibili nel paesaggio e che dovevano costituire dei marcatori territoriali. Molto tempo dopo, nel corso del IV secolo a.C., proprio accanto a questi monumentali recinti, si impiantò appunto una necropoli gallica.
Si tratta di due serie di tombe galliche, alcune circondate da recinti quadrati, di dimensioni più modeste rispetto ai precedenti dell’età del Bronzo, i cui reperti sono riferibili alla cultura La Tène dell’età del Ferro. I corpi sono deposti in fosse profonde, realizzate con estrema accuratezza. Risulta evidente la volontà di relazionare i morti tra loro: alcune fosse si giustappongono o s’incontrano. Addirittura in una tomba due morti sono sepolti uno di fronte all’altro.

Su quattordici tombe finora scavate, cinque appartengono a guerrieri: sono uomini armati, con spada nel fodero e una lancia; due hanno anche lo scudo, realizzato in legno e pelle, ma di cui resta solo il bordo grazie al rivestimento metallico. Sepolte vicino gli uomini, le donne indossano torquis, ovvero bracciali o collari, e altri ornamenti in bronzo. Sia gli uomini che le donne presentano all’altezza del petto delle grosse fibule, di ferro o bronzo, talvolta decorate in corallo, con le quali venivano fermate le vesti. Si nota l’assenza di fanciulli. Questo complesso funerario gallico è eccezionale per più di un motivo. Nonostante le grandi superfici indagate nella valle della Senna, in particolare intorno a Troyes, grazie agli interventi di archeologia preventiva, le scoperte di complessi funerari di quest’epoca sono molto rare. Inoltre, questo stesso territorio nel corso del IV e III secolo a.C., fu interessato da altre pratiche funerarie molto originali, con i morti sepolti in silos sotterranei in disuso, come attesta lo scavo di un complesso di questo tipo distante meno di un chilometro dalla necropoli di Buchères. Quest’ultima si differenzia significativamente da quelle che si trovano poco più a nord, nella valle della Marna, dal momento che i defunti di Buchères non sono accompagnati né da piatti per la preparazione e lo stoccaggio dei cibi, né da resti di carne, con cui si completava la cerimonia funebre.