testo greco da Paton W.R. (ed.), The Greek Anthology, London 1916, 1; trad. it. G. Paduano.
Lo struggimento dell’innamorato, sospeso fra gelosia e desiderio. Ti doni ad altri (che, fra le tue braccia, sono simili a dèi), dice il poeta, ma se un amore ardente ti brucia voglio che sia per me. Tra Saffo e Paolo Silenziario corre più di un millennio, ma non sembra. L’incedere è schietto, luminoso, definito, profondo e umano: quando si dice il genio d’un popolo.

Ὄμματά σευ βαρύθουσι, πόθου πνείοντα, Χαρικλοῖ,
οἷάπερ ἐκ λέκτρων ἄρτι διεγρομένης·
ἔσκυλται δὲ κόμη, ῥοδέης δ᾽ ἀμάρυγμα παρειῆς
ὦχρος ἔχει λευκός, καὶ δέμας ἐκλέλυται.
κεἰ μὲν παννυχίῃσιν ὁμιλήσασα παλαίστραις
ταῦτα φέρεις, ὄλβου παντὸς ὑπερπέτεται
ὅς σε περιπλέγδην ἔχε πήχεσιν εἰ δέ σε τήκει:
θερμὸς ἔρως, εἴης εἰς ἐμὲ τηκομένη.I tuoi occhi sono pesanti, Cariclò, esalano amore,
Come se fossi appena alzata dal letto;
i capelli sono scomposti, il raggio delle guance rosate
E adesso pallore livido, il corpo e afflosciato.
Sono questi i segni della battaglia notturna?
Vola al di sopra di ogni gioia umana quell’uomo
Che ti tiene tra le sue braccia; ma se ti strugge
Un amore ardente, vorrei che per me ti struggesse.(Paolo Silenziario, Anthologia Palatina, V 259).
e, a parte i versi…che quadro!
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Perfettamente consono e altrettanto mozzafiato
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