di Giulio Capitolino, Vita M. Antonini philosophi, in SHA IV, 28. Trad. it. a cura di P. Soverini, Scrittori della Storia Augusta, v. I, Torino, UTET, 1960, pp. 276-279.
[28, 1] Mors autem talis fuit: cum aegrotare coepisset, filium aduocauit atque ab eo primum petit, ut belli reliquias non contempneret, ne uideretur rem p. prodere. [2] Et, cum filius ei respondisset cupere se primum sanitatem, ut uellet, permisit, petens tamen, ut expectasset paucos dies, haut simul proficisceretur. [3] Deinde abstinuit uictu potuque mori cupiens auxitque morbum. [4] Sexta die uocatis amicis et ridens res humanas, mortem autem contempnens ad amicos dixit : «Quid de me fletis et non magis de pestilentia et communi morte cogitatis ?». [5] Et cum illi uellent recedere, ingemescens ait : «Si iam me dimittitis, uale uobis dico uos praecedens». [6] Et cum ab eo quaereretur, cui filium commendaret, ille respondit : «Vobis, si dignus fuerit, et dis inmortalibus». [7] Exercitus cognita mala ualetudine uehementissime dolebant, quia illum unice amarunt. [8] Septimo die grauatus est et solum filium admisit, quem statim dimisit, ne in eum morbus transiret. [9] Dimisso filio caput operuit quasi uolens dormire, sed nocte animam efflauit. [10] Fertur filum mori uoluisse, cum eum talem uideret futurum, qualis exstitit post eius mortem, ne, ut ipse dicebat, similis Neroni, Caligulae et Domitiano esset.

[28, 1] La sua morte avvenne così: quando cominciò a sentirsi male, fece chiamare il figlio e in primo luogo gli chiese di non trascurare il compimento delle ultime operazioni di guerra, perché non avesse ad apparire un traditore dello Stato. [2] E, avendogli il figlio risposto che più di ogni altra cosa gli stava a cuore la propria salute, non si oppose alla sua volontà, pregandolo, tuttavia, di attendere pochi giorni, e non partirsene seduta stante. [3] Poi si astenne dal mangiare e dal bere, bramoso ormai di morire, accrescendo così la forza del male. [4] Il sesto giorno radunò gli amici e, deridendo le cose umane e manifestando il suo disprezzo per la morte, disse loro: «Perché piangete per me e non pensate piuttosto alla pestilenza e al destino di morte che ci accomuna?». [5] E poiché quelli cercavano di scostarsi, esclamò gemendo: «Visto che già volete congedarvi da me, io vi precedo e vi dico addio». [6] E quando gli fu chiesto a chi affidasse suo figlio, rispose: «A voi, se ne sarà degno, e agli dèi immortali!». [7] I soldati, venuti a conoscenza del suo grave stato di salute, ne erano profondamente addolorati, poiché gli erano straordinariamente affezionati. [8] Il settimo giorno si aggravò, e ammise alla sua presenza solo il figlio, che del resto subito congedò, perché non avesse a subire il contagio. [9] Congedato il figlio, si coprì il capo come se volesse dormire, e durante la notte spirò. [10] Si dice che egli si augurasse che il figlio morisse, vedendolo in procinto di diventare quello che in effetti si rivelò dopo la sua morte, onde non avesse a divenire – come lui stesso diceva – un nuovo Nerone, Caligola o Domiziano.
bellissima questa pagina di cronaca del 17 marzo 180.
Molto interessante
una serena giornata
🙂
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La ringrazio! 🙂 Altrettanto a lei!
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sempre un gran piacere leggere questo sito. qualcosa su namaziano?
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La ringrazio davvero! A proposito di Namaziano, al momento, non dispongo di alcunché; ma se dovessi trovare qualcosa di interessante sull’argomento, pubblicherò!
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la ringrazio io. in particolare mi farebbe piacere, se avesse notizia di alcuni nuovi frammenti del de reditu, che qualche anno addietro avevo letto che erano stati ritrovati ed erano in attesa di autenticazione,
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Volentieri! 🙂
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