di Cicerone, Sulla natura degli dei, a c. di U. PIZZANI, Milano 1997, pp. 162-165.

Iam solis annuos cursus spatiis menstruis luna consequitur, cuius tenuissimum lumen facit proximus accessus ad solem, digressus autem longissimus quisque plenissimum. neque solum eius species ac forma mutatur tum crescendo tum defectibus in initia recurrendo, sed etiam regio; quae cum est aquilonia aut australis, in lunae quoque cursu est et brumae quaedam et solstitii similitudo, multaque ab ea manant et fluunt quibus et animantes alantur augescantque et pubescant maturitatemque adsequantur quae oriuntur e terra.
Ad intervalli mensili la luna compie lo stesso corso annuale del sole: la sua vicinanza al sole ne attenua al massimo la luminosità, mentre, quanto più se ne allontana, tanto più accresce il proprio splendore. E non sono solo l’aspetto e la forma della luna a mutare attraverso il suo alterno crescere e decrescere e ritornare all’aspetto iniziale, ma muta anche la sua posizione nel cielo che ora è a nord, ora a sud. Anche nel corso della luna v’è qualcosa di simile al solstizio d’inverno e a quello d’estate e da essa promanano e fluiscono molti alimenti di cui si nutrono gli animali e, in grazia dei quali, le creature che sorgono dalla terra si accrescono, fioriscono e giungono a maturazione.