di Plutarco, Vite parallele, Alessandro-Cesare-Pericle-Fabio Massimo, a cur. di AA.VV., Milano 2009, pp. 50-53.
[3] ἐγεννήθη δ᾽ οὖν Ἀλέξανδρος ἱσταμένου μηνὸς Ἑκατομβαιῶνος, ὃν Μακεδόνες Λῷον καλοῦσιν, ἕκτῃ, καθ᾽ ἣν ἡμέραν ὁ τῆς Ἐφεσίας Ἀρτέμιδος ἐνεπρήσθη νεώς ᾧ γ᾽ Ἡγησίας ὁ Μάγνης (FGrH. 142 F 3) ἐπιπεφώνηκεν ἐπιφώνημα κατασβέσαι τὴν πυρκαϊὰν ἐκείνην ὑπὸ ψυχρίας δυνάμενον εἰκότως γὰρ ἔφη καταφλεχθῆναι τὸν νεών τῆς Ἀρτέμιδος ἀσχολουμένης περὶ τὴν Ἀλεξάνδρου μαίωσιν. [4] ὅσοι δὲ τῶν μάγων ἐν Ἐφέσῳ διατρίβοντες ἔτυχον, τὸ περὶ τὸν νεών πάθος ἡγούμενοι πάθους ἑτέρου σημεῖον εἶναι, διέθεον τὰ πρόσωπα τυπτόμενοι καὶ βοῶντες ἄτην ἅμα καὶ συμφορὰν μεγάλην τῇ Ἀσίᾳ τὴν ἡμέραν ἐκείνην τετοκέναι. Φιλίππῳ δὲ ἄρτι Ποτείδαιαν ᾑρηκότι τρεῖς ἧκον [5] ἀγγελίαι κατὰ τὸν αὐτὸν χρόνον ἡ μὲν Ἰλλυριοὺς ἡττᾶσθαι μάχῃ μεγάλῃ διὰ Παρμενίωνος, ἡ δὲ Ὀλυμπίασιν ἵππῳ κέλητι νενικηκέναι, τρίτη δὲ περὶ τῆς Ἀλεξάνδρου γενέσεως, ἐφ᾽ οἷς ἡδόμενον, ὡς εἰκὸς, ἔτι μᾶλλον οἱ μάντεις ἐπῆραν ἀποφαινόμενοι τὸν παῖδα τρισὶ νίκαις συγγεγεννημένον ἀνίκητον ἔσεσθαι.

Comunque sia, Alessandro nacque al principio del mese di Ecatombeone, che i Macedoni chiamano “Loo”, esattamente il sesto giorno[1], lo stesso nel quale bruciò il tempio di Artemis a Efeso[2]. Fu in questa occasione che Egesia di Magnesia[3] pronunciò quella battuta che poteva spegnare quell’incendio, fredda come era: disse, infatti, che era naturale che bruciasse il tempio di Artemis, perché la dea era impegnata a portare alla luce Alessandro. Ma i magi che si trovavano a Efeso, ritenendo che la distruzione del tempio fosse il segno di un altro disastro, correvano per la città colpendosi il volto e gridando che in quel giorno era stata generata un’altra grande sventura per l’Asia. A Filippo, che aveva appena presa Potidea, giunsero nello stesso tempo tre notizie[4]: che gli Illiri erano stati sconfitti in una grande battaglia da Parmenione; che aveva vinto a Olimpia nella corsa dei cavalli e che gli era nato Alessandro. Si compiacque delle notizie, come è naturale, ma ancor più lo esaltarono gli indovini, affermando che invincibile sarebbe stato il figlio che era nato accompagnato da tre vittorie.

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Note:
[1] La determinazione cronologica è di estrema difficoltà: sembra si sia trattato del 20 luglio 356 a.C.
[2] A Efeso furono costruiti successivamente parecchi templi in onore di Artemis: quello cui qui si allude fu incendiato da un certo Erostrato, che intendeva in tal modo guadagnarsi fama perenne.
[3] Nativo di Magnesia sul Sipilo, fu autore di una storia di Alessandro ed esponente di rilievo di una scuola retorica definita “asiana”, che Cicerone critica severamente.
[4] Certamente questo sincronismo non è esistito, ed è ricordato per motivi adulatori; infatti, Filippo prese Potidea nella primavera del 356, mentre la vittoria di Parmenione sugli Illiri è dell’estate dello stesso anno; i giochi ebbero poi luogo nel luglio-agosto del medesimo.