Scipione Nasica e il poeta Ennio: una battuta stravagante (Cic. de orat. II 68, 276)

di M. Tullio Cicerone, Dell’oratore, a cura di E. NARDUCCI, Milano 1994, pp. 506-507.

Corego e attori comici. Mosaico, ante 79 d.C. dalla Casa del poeta tragico, Pompei. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.

ut illud Nasicae, qui cum ad poetam Ennium venisset eique ab ostio quaerenti Ennium ancilla dixisset domi non esse, Nasica sensit illam domini iussu dixisse et illum intus esse; paucis post diebus cum ad Nasicam venisset Ennius et eum ad ianuam quaereret, exclamat Nasica domi non esse, tum Ennius “quid? ego non cognosco vocem” inquit “tuam?” Hic Nasica “homo es impudens: ego cum te quaererem ancillae tuae credidi te domi non esse, tu mihi non credis ipsi?”

[…] Come la battuta di Scipione Nasica, che si era recato a casa del poeta Ennio e aveva chiesto di lui stando alla porta; ma la serva gli aveva detto che Ennio non era in casa. Nasica però aveva capito che la serva aveva eseguito un ordine del padrone e che questi si trovava in casa. Pochi giorni dopo, Ennio si recò da Nasica, e sulla soglia lo chiamò; Nasica gridò di non essere in casa. «Ma come? – esclamò Ennio – vuoi che non riconosca la tua voce?». Al che Nasica: «Sei proprio uno sfacciato! Quando ho chiesto di te, ho creduto alla tua serva che affermava che tu non eri in casa; e tu non credi a me in persona?».

Annotazioni e osservazioni dei lettori

Effettua il login con uno di questi metodi per inviare il tuo commento:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.