di PLATONE, La Repubblica, a cura di F. SARTORI, M. VEGETTI, Roma-Bari 2005, 284-285. Testo greco: Platonis Opera, ed. J. BURNET, Oxford 1903 [perseus.tufts.edu].
Secondo Platone, il lupo (λύκος) è l’animale selvaggio per eccellenza (ἄγριος), dotato di una natura simile alla sua controparte umana, il tiranno (τύραννος): nella Repubblica, dunque, il lupo è metafora del tiranno. Costui non ha a cuore il benessere dei suoi concittadini, ma e disposto a nuocere a chiunque, pur di realizzare i propri piani. Il lupo non si fa scrupoli ad aggredire gli altri animali e a nutrirsi della loro carne; allo stesso modo, il tiranno non esita a eliminare, a proprio capriccio, chi fra i cittadini reputa pericoloso per il suo potere. Il tiranno-lupo è, dunque, una bestia selvaggia e sfrenata che non arretra di fronte all’orrore dell’omicidio, né di alcun cibo, un delinquente che, per sua straordinaria voracità, è il distruttore della comunità. Platone, in Repubblica 565d-566a, si chiede come il buon governante, il protettore (προστάτης) eletto dal popolo, possa trasformarsi in un tiranno:

[565d] – τοῦτο μὲν ἄρα, ἦν δ᾽ ἐγώ, δῆλον, ὅτι, ὅτανπερ φύηται τύραννος, ἐκ προστατικῆς ῥίζης καὶ οὐκ ἄλλοθεν ἐκβλαστάνει. – καὶ μάλα δῆλον. – τίς ἀρχὴ οὖν μεταβολῆς ἐκ προστάτου ἐπὶ τύραννον; ἢ δῆλον ὅτι ἐπειδὰν ταὐτὸν ἄρξηται δρᾶν ὁ προστάτης τῷ ἐν τῷ μύθῳ ὃς περὶ τὸ ἐν Ἀρκαδίᾳ τὸ τοῦ Διὸς τοῦ Λυκαίου ἱερὸν λέγεται; – τίς; ἔφη. – ὡς ἄρα ὁ γευσάμενος τοῦ ἀνθρωπίνου σπλάγχνου, ἐν ἄλλοις ἄλλων ἱερείων ἑνὸς ἐγκατατετμημένου, ἀνάγκη δὴ [565e] τούτῳ λύκῳ γενέσθαι. ἢ οὐκ ἀκήκοας τὸν λόγον; – ἔγωγε. – ἆρ᾽ οὖν οὕτω καὶ ὃς ἂν δήμου προεστώς, λαβὼν σφόδρα πειθόμενον ὄχλον, μὴ ἀπόσχηται ἐμφυλίου αἵματος, ἀλλ᾽ ἀδίκως ἐπαιτιώμενος, οἷα δὴ φιλοῦσιν, εἰς δικαστήρια ἄγων μιαιφονῇ, βίον ἀνδρὸς ἀφανίζων, γλώττῃ τε καὶ στόματι ἀνοσίῳ γευόμενος φόνου συγγενοῦς, καὶ ἀνδρηλατῇ καὶ [566a] ἀποκτεινύῃ καὶ ὑποσημαίνῃ χρεῶν τε ἀποκοπὰς καὶ γῆς ἀναδασμόν, ἆρα τῷ τοιούτῳ ἀνάγκη δὴ τὸ μετὰ τοῦτο καὶ εἵμαρται ἢ ἀπολωλέναι ὑπὸ τῶν ἐχθρῶν ἢ τυραννεῖν καὶ λύκῳ ἐξ ἀνθρώπου γενέσθαι; – πολλὴ ἀνάγκη, ἔφη. – οὗτος δή, ἔφην, ὁ στασιάζων γίγνεται πρὸς τοὺς ἔχοντας τὰς οὐσίας. – οὗτος. – ἆρ᾽ οὖν ἐκπεσὼν μὲν καὶ κατελθὼν βίᾳ τῶν ἐχθρῶν τύραννος ἀπειργασμένος κατέρχεται; – δῆλον.
[565d] «Allora, è chiaro – feci io – che, tutte le volte che nasce un tiranno, questo spunta dalla radice del protettore e non da altra parte». «È molto chiaro». «Qual è, dunque, l’inizio della trasformazione da protettore a tiranno? O non è chiaro che ciò abbia luogo quando il protettore comincia a comportarsi proprio come nel mito che si racconta sul santuario di Zeus Liceo in Arcadia?». «Quale mito?», chiese. «Quello di chi ha gustato un pezzetto di interiora umane, mescolato alle carni di altre vittime: [565e] costui si trasforma inevitabilmente in lupo. Non ha sentito questa storia?». «Ah, ma certo!». «Non è dunque così anche per chiunque si trovi a capo del popolo e, disponendo di una massa molto remissiva, non si astenga dal sangue di quelli della sua stessa tribù, anzi, trascinatone qualcuno nei tribunali con le ingiuste accuse – che costoro prediligono – lo manda a morte, sopprimendo una vita umana, e assaggiato con lingua e con bocca empia il sangue congenere, [566a] esilia e uccide e fa trapelare possibili remissioni dei debiti e spartizioni della terra? Ebbene, dopo aver fatto tutto questo, un simile individuo non è destinato a essere ucciso dai nemici o a diventare tiranno, e da uomo trasformarsi in lupo?». «Per forza», rispose. «È costui – continuai – che suscita la rivolta contro i possidenti?». «Sì, proprio lui». «E se viene bandito e ritorna, nonostante l’opposizione degli avversari, non ritorna da perfetto tiranno?». «È chiaro».
Platone, per risolvere la domanda iniziale, allude al mito di Licaone e ai culti oscuri del monte Liceo, mettendo in evidenza il carattere selvaggio e spietato del lupo, che si nutre anche della carne dei suoi simili.

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Bibliografia di riferimento:
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Cfr. gli articoli di SENTENTIAE ANTIQUAE:
https://sententiaeantiquae.com/2019/10/25/politics-is-horrifying-plato-on-lykanthropy/
L’ha ripubblicato su l'eta' della innocenza.
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[…] via Politici come lupi (Plato, Rep. VIII 565d-566) — Studia Humanitatis – παιδεία […]
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