Una tradizione storiografica, formatasi e perfezionatasi in un lungo periodo di tempo, pone sul ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ก๐๐๐ข๐ il nucleo primario attorno al quale si sarebbe poi sviluppata Roma (Pสแดแด. ๐ ๐๐. 9, 4; Dษชแดษด. Hแดส. ๐ด๐๐ก. ๐ ๐๐. I 88, 2; Aแดแด. ๐ ๐๐. FF 1-9). Compreso entro un originario ๐๐๐๐๐๐๐ข๐ (da ๐๐๐ ๐ก+๐๐๐๐๐๐ข๐, โdietro le muraโ, un confine sacrale e immaginario che delimitava la cittร dallโesterno), il colle era dunque considerato fin dagli albori dellโabitato come uno spazio consacrato e fortificato.
Cosรฌ in epoca imperiale Tacito (Tแดแด. ๐ด๐๐. XII 24, 1) avrebbe ricostruito il tracciato della cittร primitiva sul Palatino:
Igitur a foro boario [โฆ] sulcus designandi oppidi coeptus ut magnam Herculis aram amplecteretur; inde certis spatiis interiecti lapides per ima montis Palatini ad aram Consi, mox curias ueteres, tum ad sacellum Larum.
ยซDal mercato dei buoi [โฆ] si cominciรฒ a segnare il solco dei limiti della cittร , fino a comprendere il grande altare di Ercole; in un tempo successivo, a partire da quel punto si posero a intervalli cippi di pietra lungo le pendici del Palatino fino allโaltare di Conso, e piรน tardi fino alle Curie Vecchie, quindi fino al sacello dei Lariยป.
Lโarea cosรฌ delimitata da quattro vertici sarebbe stata identificata come ๐ ๐๐๐ ๐๐ข๐๐๐๐๐ก๐, realizzata da Romolo stesso con lโuso dellโaratro.
La tradizione conserva, inoltre, anche il nome di alcune porte piรน antiche: ๐๐๐๐ก๐ ๐
๐๐๐๐๐ (๐ ๐
๐๐๐๐๐ข๐๐), verso il Foro, ๐๐๐๐ก๐ ๐๐ข๐๐๐๐๐, verso la Velia, e ๐๐๐๐ก๐ ๐ผ๐๐๐ข๐๐๐๐ .
A questa tradizione storiografica lโarcheologia ha portato sia in passato sia in tempi piรน recenti alcune singolari conferme: lโabitato antico, ricostruibile grazie ai solchi e ai fori dei pali di fondazione delle capanne sul tufo dellโaltura, e i resti di fortificazione alle pendici nord-occidentali del colle. Questโultima scoperta, avvenuta grazie alle campagne di scavo condotte da Andrea Carandini negli ultimi decenni del XX secolo, ha avuto una vasta eco mondiale e le notizie relative al cosiddetto โmuro di Romoloโ hanno occupato uno spazio considerevole nella stampa nazionale e internazionale. Sulle scoperte del Palatino esistono due interpretazioni opposte: una prima, che si potrebbe definire โminimalistaโ, che rilegge i resti come relativi alla fortificazione dellโantico abitato (il piรน importante nucleo di quella che sarebbe stata in seguito la cittร ); e una seconda, piรน โestremaโ, avanzata dagli stessi scavatori, i quali riconoscono nellโopera la prova esauriente di un atto di fondazione urbana: una conferma, praticamente, della storicitร della leggenda.
La tradizione storiografica romana e greca, che riassume e sintetizza la narrazione delle origini, sancirebbe cosรฌ lโimportanza del ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ก๐๐๐ข๐ nella formazione dellโUrbe. Sul piano geografico, non potrebbe effettivamente trovarsi un luogo piรน adatto di questo colle per un insediamento stabile: lโaltura era morfologicamente meno accidentata e impervia rispetto al ๐ถ๐๐๐๐ก๐๐๐๐ข๐, per esempio; ma, al tempo stesso, piรน arretrato rispetto al Tevere. Non stupisce dunque che nelle memorie leggendarie (e, a quanto รจ sembrato, archeologiche) del colle risalgano a ben piรน addietro della giร mitica etร romulea.
Nonostante numerose incertezze, aporie e lacune, il quadro demografico precedente lโetร urbana nellโarea di Palatino, Velia e Foro รจ confermato dallโevidenza archeologica.
Particolare importanza hanno avuto nella ricostruzione i rinvenimenti nellโarea del Foro romano, pure limitati a una zona molto circoscritta. Qui, insieme a resti di abitato, รจ noto un sepolcreto in uso dal IX secolo fino alla prima metร circa dellโVIII, quando cessarono le sepolture di individui adulti: lโarea sarebbe stata in seguito utilizzata come insediamento, mentre la โcittร dei mortiโ sarebbe stata trasferita sullโEsquilino. Mentre lโabitato del Palatino andava sviluppandosi, il settore nord-occidentale della cittร sarebbe stato occupato, stando alla tradizione, dai Sabini e dal loro re Tito Tazio. Proprio dallโaccordo tra i due capi, Romolo e Tazio, si sarebbe poi sviluppata lโUrbe vera e propria. La tradizione restituisce, dunque, lโimmagine di una comunitร sorta con una notevole componente โgeminataโ, latina e sabina (elemento, sovente scartato dalla critica moderna). La questione della โsabinitร โ della Roma piรน antica รจ tuttavia molto forte nella tradizione arcaica: tra i ๐๐๐๐๐ dopo Romolo si sarebbero alternati esponenti delle due stirpi.
Quello che la leggenda tramanda in maniera piรน o meno favolistica puรฒ forse essere compreso in una prospettiva storica piรน complessa, che rende probabile una graduale immissione di elementi sabini sul territorio latino.
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