Thal. FGrHist. 256 F 8: «L’oscurità più terribile discendeva su tutta la terra»

di HARRIS M.J., Three Crucial Questions about Jesus, Eugene 1994, 14-16 (trad. it. F. Cerato)

Il fatto che gran parte dei testi scritti in età antica non sia pervenuta costituisce senza dubbio uno degli aspetti più frustranti della Storia. Ad esempio, dei trentasette libri dell’imperatore Claudio nemmeno uno è sopravvissuto fino ad oggi. È nota la composizione di quelle opere soltanto grazie ai richiami e alle citazioni che si trovano in altre fonti, che hanno fortunatamente superato i secoli. Tale è, appunto, il caso dello storico Tallo.

Sesto Giulio Africano, vissuto tra il 160 e il 240 d.C. ca., è stato un cronografo cristiano, autore di una Storia del mondo in cinque volumi, che giunge fino agli eventi del 217. Della sua opera rimangono soltanto pochi frammenti, in uno dei quali si menzionano il terremoto e l’oscurità, durata tre ore, che avvennero in occasione della crocifissione di Cristo:

 

Καθ ̓ ὅλου τοῦ κόσμου σκότος ἐπήγετο φοβερώτατον, σεισμῷ τε αἱ πέτραι διερρήγνυντο καὶ τὰ πολλὰ Ἰουδαίας καὶ τῆς λοιπῆς γῆς κατερρίφθη. Τοῦτο τὸ σκότος ἔκλειψιν τοῦ ἡλίου Θάλλος ἀποκαλεῖ ἐν τρίτῃ τῶν Ἱστοριῶν, ὡς ἐμοὶ δοκεῖ ἀλόγως.

 

«L’oscurità più terribile discendeva su tutta la terra, le pietre erano rotte da un terremoto e gran parte della Giudea e il resto della regione erano sconvolte. Tallo, nel terzo libro delle Storie, definisce questa oscurità un’eclisse solare; quanto a me, (ciò) sembra inspiegabile»[1].

 

Secondo Eusebio, lo storico della Chiesa più antico, Tallo compose in greco un resoconto della storia del mondo in tre volumi. Non si può essere certi di quando, effettivamente, Tallo abbia scritto la sua Cronica, ma è probabile che ciò avvenne intorno alla metà del I secolo. Che cosa, dunque, si può dedurre dal frammento citato da Giulio Africano a proposito di Tallo? Chiaramente, costui non stava semplicemente riferendo che un’eclissi di sole avvenne sotto il principato di Tiberio, come osserva G.A. Wells[2]. Piuttosto, egli riferiva di “questa oscurità”, cioè, quel formidabile evento che accompagnò la morte di Gesù (cfr. Luca 23: 44-45), e la identificava come un’eclisse solare. Se Africano avesse inteso semplicemente mettere in dubbio l’esattezza di Tallo nel dire che un’eclissi solare si fosse verificata in un dato momento, non avrebbe respinto la testimonianza di Tallo, esprimendo un’opinione contraria: «quanto a me, (ciò) sembra inspiegabile». Evidentemente Africano rifiutava una spiegazione naturalistica di quell’oscurità, non il presunto verificarsi di un’eclissi solare. Egli sottolineava, pertanto, che l’argomentazione fornita da Tallo fosse irragionevole, perché un’eclissi solare è impossibile durante il plenilunio – infatti, Cristo fu crocifisso proprio durante il Pesah, che coincide con la luna piena. Ad ogni modo, sia Tallo sia Africano testimoniano che in occasione della passione di Gesù si verificò un’insolita oscurità.

Pertanto, è evidente che Tallo fosse in qualche modo a conoscenza della tradizione cristiana circa la passione di Cristo, al punto da riferire nella sua Cronica un evento insolito – che egli accettava come un dato, ma riferendosi ad esso come un fenomeno spiegabilissimo, senza invocare il soprannaturale, come facevano i Cristiani. Ovviamente, uno storico che alludeva e accettava come affidabile la testimonianza secondo la quale la morte di Cristo fosse accompagnata da un’oscurità insolita accettava anche de facto l’esistenza di Cristo. Per quel che si sa, pertanto, Tallo fu il primo scrittore non cristiano ad accennare a Gesù.

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Note:

[1] Thal. FGrHist. 256 F 8 = Africanus ap. Syncell. p. 322, C.

[2] G.A. WELLS, Did Jesus Exist?, London 1975, 13.