Cesare afferma che i Galli conferiscono a Iuppiter (Giove) l’imperium caelestium, cioè il “comando supremo sui cieli”; secondo alcuni studiosi (quali Vittore Pisani, glottologo e studioso di religione celtica), questo nume è solitamente identificato con il dio celtico Taranis o Taranus, il dio del tuono. Egli è uno dei tre dèi che si ritrova menzionato in un passo di Lucano in Pharsalia, I.446, dove il poeta lo nomina insieme ad altri due numi, Teutates ed Esus, i quali, a suo parere, costituiscono una sorta di “triade” suprema. Due commentari tardo-antichi alla Pharsalia – i Commenta Bernensia e le Adnotationes super Lucanum – identificano entrambi Taranis celtico con “Giove” romano. A lui venivano offerti sacrifici umani.

In qualità di Dio del Tuono, il suo nome è connesso all’anglosassone Þunor (cfr. norr. Þórr /Thor, a.a.ted. Donar, protogerm. *þunraz/*þonar-oz, irl. Tuireann, itt. Tarhun, trac. Zbel-thurdos, sami Horagalles). Propriamente il nome stesso di “Taranis” non è stato ancora scoperto dalle iscrizioni galliche, ma ne sono state trovate varianti simili (Taranucno-, Taranuo-, e Taraino-). Il lessico ricostruito del linguaggio Proto-celtico circa questo teonimo è *Toranos, cioè “tuono” (cfr. engl. thunder). Nell’odierno Galles, infatti, taranu significa “tuonare” e taran è il sostantivo corrispondente (cfr. le rispettive traduzioni in bret. taraniñ e taran; e irl. Tarann, “tuono”). Esso, secondo alcuni, è connesso lontanamente al greco antico ouranós (“ouranos”, cioè “cielo”), o più propriamente a toû ouranoû (“del cielo” o “dal cielo”), forse per indicare appunto l’origine del “tuono”.
Il simbolo della ruota – sicuramente una ruota da carro, a sei o otto raggi – è un attributo assai importante per il culto celtico antico, probabilmente associato ad un dio specifico, noto come Dio della ruota, da identificare con un nume celeste o solare, quale fu sicuramente Taranis. Numerose monete provenienti dalla Gallia identificano il dio con la ruota. Si ritiene che questo simbolo corrisponda ad un antico culto europeo praticato nell’Età del Bronzo, in onore del sole.